La società ha preso una deriva che ci ha allontanati dalle potenzialità della nostra unione e dal reale potere del nostro incontro. Siamo forze ancestrali e sacre, non strumento di controllo, illusione e possesso. La più potente possibilità di evoluzione è data in questo mondo come qualcosa di gretto, come un semplice ricettacolo del nostro io più piccolo, con i suoi istinti, i suoi egoismi, le sue paure, con le sue pretese e le conoscenze fuorviate o limitate. Cosi facendo, ci si è fermati ad un piano di esperienza e evoluzione molto basso. Spesso si ricerca in qualcuno una soluzione alla nostra solitudine, ai nostri vuoti, alle nostre ombre; solitudine, vuoti e ombre che non abbiamo voluto affrontare, assumendocene la responsabilità, necessaria invece per raggiungere un'ascesa insieme alla nostra metà. L'amore è scomparso dall'esistenza, sostituito dalla lotta, dall'odio, dalla competizione, perché se vuoi sopravvivere devi usare ogni mezzo, o sarai sconfitto. Più crudele sei, più odi, più ti allontani da ogni bene, più non soccombi. Se solo si usassero empatia e coraggio, non si avrebbero più paure.
La nostra unione è un calvario, un parto. Essa è lo sconvolgimento della trasformazione di una ghianda in quercia, una fila di miracoli, morte e rinascita, lavoro instancabile di ricerca e di scavo, studio, esercizio, alchimia spietata vissuta dentro, in tutte le sue fasi, senza risparmiare nulla. È l’obbligo di trovare un equilibrio con qualunque mezzo, di conoscere le energie sottili e dosarle, è responsabilità. È rivelazione. Comprensione delle energie che sottendono tutto ciò che esiste. La nostra dinamica animica è rinunciare a vedere gli anni e un’intera vita nella loro sola sezione presente, presente ai cinque sensi. È incertezza e fede. È tanta pazienza. È un viaggio, pieno e intenso: non è materia per animi tranquilli o passivi. È imparare anche a resistere a chi ci attrae di più al mondo, imparare l’immobilità, l’invisibilità, il silenzio, la gestione della solitudine, la selezione dei pochissimi confidenti, la perdita totale di controllo sull’altro e su ciò che continuiamo a conoscere. È convivere con spinte di attrazione o repulsione che non possiamo comprendere razionalmente e su cui dobbiamo sospendere il giudizio, finché non capirai. E’, a tutti gli effetti, una missione. Missione che non abbiamo scelto, ma che abbiamo pattuito prima di incarnarci nuovamente. E non si può cambiare questa realtà: si può solo viverla e imparare a farlo bene. Questa è la nostra unica e meravigliosa 'bolla'.
חכמה